Super Tuscan: i ribelli della Toscana che hanno rivoluzionato il vino italiano

Super Tuscan: i ribelli della Toscana che hanno rivoluzionato il vino italiano

I Supertuscan rappresentano una delle categorie di vini più affascinanti e rivoluzionarie d’Italia. Nati negli anni ’60 come un atto di ribellione contro le rigide regole delle denominazioni ufficiali, hanno trasformato la Toscana in una delle regioni più dinamiche del panorama enologico mondiale.

Caratterizzati da un uso innovativo di vitigni internazionali (come Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah) accanto ai tradizionali Sangiovese, e da tecniche di vinificazione moderne, i Supertuscan sono diventati sinonimo di eccellenza, potenza e longevità.


Le origini dei Supertuscan

Negli anni ’60 e ‘70, le DOC toscane imponevano l’uso di vitigni locali e specifiche tecniche di vinificazione, limitando l’uso di uve internazionali. Alcuni produttori, insoddisfatti delle regole del Chianti Classico (che all’epoca prevedeva l’uso di uve bianche nell’assemblaggio), decisero di sperimentare nuove strade, vinificando con:

✔️ Monovitigni di Cabernet Sauvignon o Merlot, ispirandosi ai grandi Bordeaux.

✔️ Blend tra Sangiovese e varietà internazionali, con affinamenti in barrique.

✔️ Vinificazione senza uve bianche, per ottenere maggiore struttura e profondità.

Il primo Supertuscan della storia fu il Sassicaia (1968), prodotto da Mario Incisa della Rocchetta a Bolgheri. Seguirono il Tignanello (1971), il Ornellaia, il Solaia e molti altri.

Questi vini, pur essendo di qualità superiore ai Chianti dell’epoca, venivano declassati a “Vino da Tavola” perché fuori dalle regole del disciplinare. Ma grazie alla loro eccellenza, ottennero fama internazionale e rivoluzionarono l’intero sistema delle denominazioni.


Le caratteristiche dei Supertuscan

Non esiste un disciplinare ufficiale per i Supertuscan, ma i tratti comuni sono:

✔️ Vitigni → Uso di uve internazionali (Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot) spesso in blend con il Sangiovese.

✔️ Vinificazione → Fermentazioni lunghe e affinamento in barrique per maggiore complessità.

✔️ Struttura e longevità → Vini potenti, tannici e capaci di invecchiare per decenni.

✔️ Libertà di espressione → Ogni produttore può creare il proprio blend senza restrizioni.


I principali Supertuscan

⭐ Sassicaia (Tenuta San Guido) → Il capostipite, 85% Cabernet Sauvignon, 15% Cabernet Franc. Eleganza e longevità straordinarie.

Tignanello (Marchesi Antinori) → Il primo Supertuscan a usare Sangiovese e barrique. Blend di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.

Ornellaia (Tenuta dell’Ornellaia) → Bordeaux blend di Bolgheri, tra i più prestigiosi al mondo.

Solaia (Marchesi Antinori) → Uno dei più eleganti, con prevalenza di Cabernet Sauvignon.

Masseto (Tenuta dell’Ornellaia) → 100% Merlot, tra i più ricercati e costosi.

Oltre a questi, molti produttori hanno creato Supertuscan unici, spesso con denominazioni Toscana IGT, che garantisce massima libertà espressiva.


Come degustare i Supertuscan?

📌 Temperatura di servizio16-18°C, ideale per vini strutturati e tannici.

📌 Calice consigliato → Bicchiere ampio da vini rossi importanti.

📌 Decantazione → Consigliata per esaltare i profumi e ammorbidire i tannini.


Abbinamenti gastronomici

🥩 Con carni rosse e selvaggina → Fiorentina, brasati, arrosti.

🧀 Con formaggi stagionati → Parmigiano 36 mesi, Pecorino toscano.

🍝 Con primi piatti strutturati → Pici al ragù di cinghiale, lasagne.

🍫 Con cioccolato fondente → Per versioni più evolute e morbide.


L’eredità dei Supertuscan

Grazie alla loro qualità e al successo internazionale, i Supertuscan hanno costretto il sistema delle DOC italiane a evolversi. Oggi, Bolgheri è una delle zone più prestigiose d’Italia, e la categoria Toscana IGT ha acquisito una reputazione altissima.

I Supertuscan non sono più semplici “vini da tavola”, ma etichette leggendarie, apprezzate dai collezionisti e dagli appassionati di tutto il mondo.

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